La PNL e l’arte della semplicità

Quando iniziai ad interessarmi alla Programmazione Neurolinguistica (PNL) avevo strane idee:

credevo che il cambiamento personale e la comunicazione efficace si potessero realizzare grazie a tecniche complesse e difficili.

Queste strane credenze venivano alimentate da curiosi personaggi amanti dei paroloni difficili o – pur essendo italiani – innamorati dei termini in inglese.

 

Ovviamente, questo modo di fare (cioè, non far capire quasi un tubo di quello che si dice) è una buona strategia di vendita.

Un neofita ignorante in PNL pensa:

“Mazza che roba figa! Non ci capisco nulla, ma è così complessa che deve essere proprio una figata! Ah…poi guarda quanti termini in inglese!!!”.

 

Invece, se l’obiettivo del docente non è vendere come il peggiore dei venditori più aggressivi, ma insegnare la PNL, allora la semplicità deve essere di casa.

 

I più grandi maestri di PNL che ho avuto l’onore di incontrare sono stati quelli che “parlano come mangiano”. Quelli che hanno usato termini inglesi lo facevano perché sono americani, non italioti che amano farsi belli in pubblico.

 

Nel corso degli anni ho compreso che insegnare richiede grande semplicità, umiltà e adattamento.

 

– La semplicità ti permette di arrivare a chiunque.

– L’umiltà ti permette di migliorarti giorno dopo giorno e di diventare un docente sempre più bravo. Uno che pensa di sapere tutto e non ha più nulla da apprendere, quindi, è un pessimo insegnante.

– L’adattamento ti permette di cambiare strategie e comportamenti in base a quello che accade in tempo reale. Questa è la chiave dell’eccellenza e del successo (quello vero).

 

Questa è l’essenza della PNL. Non ho nulla contro un trainer borioso, poco flessibile e amante dei paroloni difficili.

Anche lui ha sicuramente qualcosa di buono da insegnare, ma sarà sempre meno efficace di uno umile, flessibile e amante della semplicità.

 

Questa storia della semplicità si è così radicata in me che tendo ad estenderla a tutto. Quando vedo situazioni non facili, amo renderle semplici. Se una persona si esprime con giri di parole vorticosi, la aiuto ad andare al cuore del discorso.

La felicità pensi che arrivi grazie ad una vita fatta di cose complesse o alla semplicità?

La risposta è scontata.

 

Le tecniche di PNL possono sembrare articolate. In realtà, una volta compreso lo schema dell’esercizio, scopri che è semplicità allo stato puro. Anche guidare un’auto è stata una cosa complessa all’inizio, ora è semplice.

 

Un bravo insegnante di scuola guida fa vedere che lui è un gran figo perché sa guidare l’automobile o mette a proprio agio l’allievo? Si mette a fare “sgommate” e va a 240 km all’ora in autostrada (cosa leggermente illegale) o si concentra sull’allievo? Quando l’allievo prova a guidare, gli spiega le cose usando un linguaggio aulico e termini tecnici o cerca di essere comprensibile?

 

Qualcuno dirà:

“Ma cosa c’entra imparare a guidare con la Programmazione Neurolinguistica?”.

 

Sono molto simili perché la PNL richiede lo sviluppo di abilità (come quando si guida un’auto), non necessita di “farciture” teoriche. In genere, in PNL, i docenti teorici sono quelli alle prime armi: non avendo sviluppato molte abilità, parlano, parlano e parlano per evitare troppe dimostrazioni. Con il tempo imparano a parlare di meno e a fare di più.

Imparano a fare più dimostrazioni, esercizi e tecniche. Questa è l’essenza della PNL: pratica!

Le parole sono l’antipasto, la pratica sono le portate principali.

 

In conclusione, PNL vuol dire “saper fare”, umiltà, flessibilità e semplicità.

Tutto il resto non vuol dire che non sia PNL, ma che è sicuramente meno efficace.

 

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